“ Il paese dei camini spenti ” è il nuovo disco di Sdang! Batteria e chitarra per raccontare un mondo d’immaginazione
Tutti in viaggio verso “IL paese dei camini spenti” insieme a Sang! Questo è il titolo del nuovo disco del duo batteria-chitarra formato da Alessandro Pedretti e Nicola Panteghini, (musicisti attivi da anni sul territorio nazionale insieme ad artisti quali Giuradei, Colin Edwin, Paolo Cattaneo, Andrea Morricone, Veronica Marchi, Giancarlo Onorato e molti altri), che dal 2014 percorre le vie dell’Italia. Con ben ben 101 concerti in tutta Italia, alcuni dei quali insieme a Colin Edwin dei Porcupine tree / Ork al basso, trascinato dal motto “raccontiamo storie senza parlare”, porta musica trascinando il bubblico in ritmi e melodie tutte da vivere.
“Il paese dei camini spenti” è un disco tematico che prosegue il percorso iniziato con “ Il giorno delle altalene ” e “ La malinconia delle fate ”, primi due dischi della band bresciana.
Lasciando largo spazio all’immaginazione dell’ascoltatore i due musicisti decidono di affidare ai titoli dei brani l’ancora delle suggestioni, motivo per immergersi completamente nelle vie di questo misterioso paese per un vagabondaggio di circa 35 minuti che inizia con delle gocce di pioggia per poi…
Un disco emozionante, curato e suggestivo capace di portarti con sé nel mondo che i due musicisti hanno voluto immaginare e condividere con noi. Un disco condiviso con la sensibilità di altri musicisti e che dimostra quanto l’arte voli alta e sappia affermarsi al di sopra di ogni stereotipo di genere, moda e mercato.
Ascolta “Il paese dei camini spenti”
Link per ascoltare ” Il paese dei camini spenti “:
Guarda il videoclip di “Teleferica al chiaro di luna”
Link per guardare ” Teleferica al chiaro di luna “,
in collaborazione con Archivio Storico Cinema d’Impresa:
Track by track raccontata da Sdang!
Sdang! in persona ci raccontano il loro disco, traccia dopo traccia, via dopo via, casa dopo casa, porta dopo porta.
IL PAESE DEI CAMINI SPENTI
Natale 2016. Ero con fratello e madre nella zona degli Appennini Liguri, tra Genova e Piacenza.
Dal punto in cui avevamo deciso di piazzarci per fare un picnic si vedeva poco distante un paese, forse Barbagelata. Maglione e vento tiepido, questi sono i miei ricordi. Sono molti i paesi abbandonati nei boschi, molti ‘borghi senza nome’. E c’è una via, il ‘sentiero del postino’ della Val Boreca, che attraversa anche Bogli, il paese originario del Maestro Toscanini. Ritmo e melodia de Il paese dei camini spenti, così come il titolo del disco, sono emersi spontanei rievocando le sensazioni legate a quel picnic natalizio, in un turbine di emozioni e malinconie, pensieri e ricordi.
IL CAMPANILE OLTRE LA NEBBIA
Il campanile svettava bucando la nebbia, liberando una strana e irrisolta sensazione di beatitudine. La nebbia: comparsa da quando l’ultimo abitante se ne andò dal paese, questa la leggenda. Guardavamo e aspettavamo a parlare. Le case abbandonate. Il profumo della neve. Come se ogni cosa svanisse nel vuoto. Eravamo pronti ad andarcene, per sempre, senza nemmeno toccare una pietra. Senza nemmeno esserci avvicinati. E gli ingranaggi dell’orologio rotto? E gli arredi della chiesa?
FORSE DOPO CENA VERRA’ LA NEVE
Seduto a tavola, la testa altrove. In cameretta: le cuffie sul letto, una pila di libri lasciati in sospeso dopo qualche pagina. Ci penso spesso ai libri a metà – chissà perché mi capita quando viaggio sul bus – ma ritorno a casa e faccio altro. Aspiro involontariamente il profumo della minestra, penso solo ai primi fiocchi di neve che intravedo fuori dai vetri opachi. Io e loro.
IL MECCANISMO DELL’OROLOGIO
Amo i sistemi, la logica dell’inizio e della fine, dell’eterno ritorno, della circolarità. Ammiro queste logiche quando sono visibili nella realtà che mi circonda, ma sento l’influenza di forze simili, occulte, sotterranee, non per questo meno potenti. Tendo a codificarne gli effetti, ma vengo sopraffatto dalla complessità di meccanismi ancestrali: osservo, a fatica colgo un particolare, lo porto alla luce, diventa parte della mia vita.
TRE VECCHIE STREGHE
Mattino, ore 10; siamo in partenza per l’alta valle, molta ancora la neve per le strade. Prima di uscire ascolto la prima versione di questo pezzo, che il nostro fonico mi ha appena spedito. Scendo le scale del condominio insieme alla mia compagna, due rampe, per l’esattezza.La porta d’ingresso si spalanca, entrano tre signore anziane, una lenta marcia fino ad un appartamento del secondo piano. Nessuno ha mai visto l’essere deforme che ci vive, accudito dalle vecchie.
ESTATE – CARTOLINA
Il momento preferito dell’estate. Settembre. Seduto nel parco di via Veneto ascolto Mellon Collie degli Smashing Pumpkins circondato dalla frenesia del rientro lavorativo post-agosto.
TELEFERICA AL CHIARO DI LUNA
Mio fratello ha la passione dei treni.
Da bambino la fantasia esplodeva quando, perdendomi nelle carte Kompass, scovavo i caratteristici segmenti tratteggiati: ecco una teleferica, ecco una funivia. Era grande l’emozione quando, ancora bambini, riuscivamo a convincere i genitori ad allungare un percorso stabilito, a piedi o in macchina, per ammirare da vicino la “casa della funivia”, un viadotto ferroviario o un treno al passaggio a livello. Ci eravamo coalizzati, io e mio fratello, e avevamo avuto la meglio. Miniere e cave abbandonate, resti di piloni arrugginiti, tralicci di vecchie teleferiche usate per il trasporto dei materiali. Eccomi lì, ad assaporare i profumi di una notte d’estate in compagnia della morosa, ad ammirare la sagoma di una teleferica, scura al chiaro di luna, immobile nel tempo e nello spazio, sospesa sul cavo di acciaio, con il suo carico di orologi e sveglie rotti, pronti per il robivecchi.
RUGGINE SUL MULINO AD ACQUA
Il mulino, lontano dal paese, era il luogo preferito dai ragazzini che volevano diventare grandi. Le biciclette appoggiate all’albero, una addosso all’altra, e noi con i nostri pantaloni sporchi di terra: le zanzare ci facevano compagnia, a noi e al mulino. Il mulino e il sapore del pane, inconfondibile. Il mulino del mistero: nei giorni della pioggia d’estate sibilava un flebile canto, impossibile capire da dove venisse.
QUANDO LE DONNE STAVANO AI LAVATOI
Erano curve, con le mani rotte, stessi vestiti, stessa espressione; parlavano per non pensare. Con la cenere lavavano via dai vestiti dei mariti le macchie del tradimento. Acqua sporca, dal torrente, al fiume, dal fiume al paese, a bagnare il cemento per i muri delle case. Quanti sogni malati, quanti segreti oscuri nella testa di un vecchio contadino ubriaco.
LA FESTA DI SAN SEBASTIANO
Voci e vino si confondono in questa sera d’estate, si fanno spazio tra le lucciole. Gli abitanti a raccolta, si accolgono i forestieri, si accendono le fiaccole, si parte. Vediamo la processione dalla collina di fronte, un lungo serpente irregolare che sale, nascosto a tratti dalla folta vegetazione. Ad un tratto scompare, e noi ci ritroviamo divertiti ad immaginarne il proseguimento. Spettatori della felicità altrui.
IN ASSENZA DI NUVOLE
Rimane solo una cosa
guardare il cielo
dal basso, dall’alto.
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Ufficio stampa e Booking
Alessandro Pedretti: E-mail: petrolstation3@gmail.com Tel: +39 3405151574
CREDITI
Alessandro Pedretti : batteria, percussioni, pianoforte, glockenspiel, field recording
Nicola Panteghini: chitarre, batteria elettronica, bass synth
Con la partecipazione di:
Superdownhome: batteria e cigar box in “Il meccanismo dell’orologio”
Claudia Ferretti aka Claudia Is On The Sofa: voce in “Tre vecchie streghe”
Fidel Fogaroli: Korg Sigma, Fender Rhodes e Siel Orchestra 2 in “Tre vecchie streghe” e “Teleferica al chiaro di luna”
Ronnie Amighetti: synth in “Estate – Cartolina”
Francesco Venturini: tromba in “Ruggine sul mulino ad acqua”
Pierangelo Taboni: pianoforte in “In assenza di nuvole”
Prodotto da Sdang! e Ronnie Amighetti – 2018
Registrato da Ronnie Amighetti @ La casa del Bao, Prevalle (Bs) a febbraio/marzo 2018
Mixato da Ronnie Amighetti
Masterizzato da Daniele Salodini @ Woodpecker Studio (Bs)
Artwork by Sdang!, Milena Berta