Mark Lanegan and the band live report – 10 Luglio 2017 – TenerAMente – Anfiteatro del Vittoriale – Gardone Riviera (BS)
Stanotte la luna è piena, ancora non si vede, ma lo sappiamo, presto arriverà a vegliare sull’Anfiteatro del Vittoriale. Sale sul palco Lyenn, che con voce e chitarra prepara gli spiriti alla poesia e a mondi eterei consapevoli. Songwriter e bluesman insieme vola con voce leggera riverberata tra i falsetti finché non spezza la quiete tra rabbia e urla grunge, lasciando il desiderio di farsi conoscere più a fondo. Ma la sera cala e Duke Garwood, polistrumentista della Band, che sale in scena e accompagnato da caldi ritmi di batteria ci porta proprio verso quello che stiamo aspettando, cupo e lupo cantastorie di ieri e di domani.
Il sole tramonta sul lago di Garda proprio alle spalle del grande palco. La platea e le gradinate dell’Anfiteatro classico di D’Annunzio sono gremite di storici ammiratori in trepidante attesa anche se hanno visto già il loro beniamino più volte. L’ultimo fuorilegge del rock non si fa attendere per presentare il suo ultimo lavoro, Gargoyle, disco osannato dalla critica mondiale, che nasce agli inizi del 2016 grazie alla collaborazione dell’artista con l’amico di vecchia data Rob Marshall (mentre era nella sua casa a Los Angeles a raccogliere idee sul nuovo album, Lanegan ricevette una mail dall’amico che si offrì di scrivere della musica con lui: detto fatto!).
La luna non si vede ancora, così deve essere quando salgono sul palco Mark Lanegan Band. Il confine tra la vita e la musica non esiste per lui e stasera non esiste per noi. Sale sul palco consapevole, certo, sicuro del suo cupo vivere. Si posiziona davanti al microfono. Li resta, vestito di nero, occhiali spessi, la mano destra appoggiata all’asta del microfono e il portamento che va oltre. È nudo davanti a noi quando canta, fermo nel suo tormento. Pochi sanno farlo, pochi vogliono farlo. Noi lo ringraziamo. Guarda dritto avanti a sé mentre hanno inizio le note calde e i ritmi serrati di Death’s head tatoo. La voce è intensa e misteriosa, proprio come la volevamo, come la ricordavamo, le storie cupe e travagliate. I ritmi sono serrati, profondi intrecciando elettronica e batteria. Le chitarre taglienti e potenti lame rock, il basso cadenzato, ipnotico e ripetitivo, le tastiere e synth portano glitch e suoni eterei che si muovono e sospendono nello spazio. Tutto s’intreccia alla perfezione. Tutto diventa Lanegan.
“Thank you” è tutto ciò che dirà con voce rotta non più di cinque volte durate tutto il concerto. I tratti apocalittici si alternano a brani travolgenti come Hit the city. La natura lo segue così e giugno i lampi per onorare insieme alla luna piena Nocturne, la cassa muove nelle interiora insieme ai tuoni. I glitch del synth muovono i cipressi insieme al vento. E con Ode to sad disco il vento si scaglia contro Lanegan che con note lunghe e vibrate, fermo e immobile canta e non urla contro il vento. Per poi diventare un bambino che dondola le braccia e infila le mani dentro le maniche, facendo sognare con leggerezza ed estrema dolcezza i nostri cuori con Torn red heart. La band consapevole e forte ,che sa esattamente quello che fa e dove vuole andare, vola dritta come un treno in un mondo in cui le cupe e apocalittiche atmosfere e la voce calda e intensa di Lanegan si sposano alla perfezione con elettronica che scava sempre più a fondo l’intensità e tragicità del rock.
Scende dal palco, accende una sigaretta e senza farsi desiderara torna sul palco. Dark e ipnotico sciamano ti porta in una tenda. Fuori vi è la tempesta sulla prateria. O forse è dentro di noi? Ci lascia così con Love will tear us apart dei Joy Division. “Thank you. See you” con voce spezzata e se ne va. Mentre firma autografi con composta e severa pazienza inizia il temporale, la pioggia che ha atteso sin’ora per lasciarci godere appagati e piangere insieme a noi.
Ringraziamo l’Anfiteatro del Vittoriale per la splendida accoglienza, Ja.La Media Activities e Laura Beschi per averci dato la possibilità di essere presenti all’evento.
Fotografie: Giovanni Vanoglio ©Giovanni Vanoglio [https://www.instagram.com/giovannivanoglio]