Artwork e copertine antistress

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Di  Paolo Mazzucchelli

Ma chi cazzo me lo fa fare di correre sempre a ‘sta maniera? La risposta è comoda seduta, un buon impianto audio, una birretta fresca e la voglia di volersi bene per una quarantina di minuti gustandosi una bella (o brutta) copertina

Quanta voglia abbiamo di rallentare, soffermarci, chiudere fuori il rumore e perderci in qualcosa di piccolo (ma grande), di scoprire dettagli e sfumature, di creare collegamenti con conoscenze immagazzinate nel tempo, di stupirci come bambini di fronte a un gioco di colori e luci. E sì, perché “perdersi” è proprio l’atteggiamento giusto di fronte a una copertina di long playing (noto come LP o 33 giri) quel supporto sonoro troppo frettolosamente dichiarato defunto prima dai sostenitori della musicassetta e del cd, poi del download e infine dai tanto famigerati clouds.

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Il genio stellare di Andy Warhol

Se è vero che l’essenza del perfetto brano pop sta nella sua fruibilità trasversale (lo adorano i teen agers e pure le mamme, i vicini di casa, “…il lattaio e il postino e la guardia comunal…”) e nella sua flessibilità d’uso (lo puoi canticchiare sotto la doccia, cucinando  uova al tegamino, ascoltare in auto, mentre fai sesso o mentre rasi l’aiuola – attività, queste ultime, cumulabili in una sola!) vale la pena ricordarsi che un brano spesso fa parte di un lavoro più o meno omogeneo chiamato disco, composto, oltre che dalle canzoni, da un contenitore per brevità chiamato copertina.

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L’immaginazione di Neon Park

Se volete smettere di correre allora sedetevi e… guardate! Fatevi rapire dalla copertina del disco, dai suoi colori e disegni, dalle fotografie, delle scritte, dai profumi e dalle forme, dai segni lasciati da chi ha posseduto quel vinile prima di voi. Sarà come entrare in un mondo che aspettava solo voi, pronto da tempo ad accogliervi e guidarvi. Oppure, se preferite, lasciate che siano la vostra fantasia o la vostra sensibilità a fornirvi chiavi di lettura intriganti, complesse, ambigue, sfacciate, colte, sognanti o dirette. L’artista titolare del disco, il grafico che ne ha realizzato l’artwork avranno cercato di comunicarvi qualcosa di loro stessi del loro mondo, del loro percorso umano e artistico, ma non per questo dovete sentire l’obbligo si scervellarvi…lasciatevi andare, lasciate correre immaginazione e fantasia e ne verrete ampiamente ripagati! Il parco da cui attingere è immenso.

Allora sorridete pensando all’ardire di Frank Zappa e commuovetevi di fronte allo sguardo di Astrud Gilberto.

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Ammirate la sfacciataggine di Nick Caruso.

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O struggetevi per la perdita di Andrea Pazienza.

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Partite da lì, o da dove vi pare…a quel punto nessuno vi fermerà più, nemmeno il perentorio urlo di vostra madre: “è in tavola!!!” E se, per caso, vi venisse in mente che queste meraviglie sono riservate al mondo del vinile cercate on line 10.00 Days dei TOOL, mettete il cd nel lettore e godetevi il caleidoscopico libretto attraverso le due lenti ospitate dalla copertina… una meraviglia che vi costerà poco più di una pizza, birra e caffè!

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Paolo Mazzucchelli, “Raccontatore di Musica” da anni si occupa di organizzazione di eventi legati alla musica e alla divulgazione del verbo rock. Dal 2008 porta in giro per l’Italia I vestiti della musica, una serata dedicata alla storia delle copertine dei dischi da cui, a breve, verrà tratto un libro.

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